Dal passato, incubi per l'87° by Ed McBain

Dal passato, incubi per l'87° by Ed McBain

autore:Ed McBain [McBain, Ed]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mndadori - Il Giallo Mondadori
pubblicato: 1979-05-14T16:00:00+00:00


10

Il "Tahitian Gardens" era dall'altra parte della città e leggermente più in su, lungo la Talbot Avenue, a quattro isolati dal ponte Calm's Point. Fino a dieci anni prima si sarebbe potuto dire che era all'ombra della sopraelevata. Ma adesso i treni non passano più sopra la Talbot Avenue quindi la frase, anche se suonava bene, non era applicabile. E poi, dieci anni prima non esistevano saloni per massaggi di quel genere nella città di Carell, perciò il "Tahitian Gardens" non avrebbe potuto essere là né all'ombra della sopraelevata né a quella della Legge. O per essere più precisi, se dieci anni prima il "Tahitian Gardens" fosse esistito, sarebbe stato sia all'ombra della sopraelevata sia all'ombra della Legge. Ma oggi come oggi non era sotto nessuna ombra. Tutto chiaro? No? Pensateci un momento.

La facciata del salone era decorata con autentiche canne di bambù e paglia. Il nome era inciso su una insegna di legno inchiodata su due bambù incrociati che disegnavano una "X" sulla porta. Un pezzo di bambù serviva da maniglia. Carell aprì la porta ed entrò in una stanza decorata come l'esterno, ma dall'effetto più caldo grazie alle soffuse luci rosse e verdi delle lampade nascoste dietro tende o inserite in piccole nicchie. A un metro e mezzo dalla porta c'era una scrivania a cui sedeva una ragazza che alzò la testa quando Carell entrò. A giudicare dall'aspetto era sicuramente orientale, cinese o giapponese, o forse polinesiana. Indossava un abito di seta tipo broccato, con colletto alla coreana e maniche corte da cui uscivano le braccia coperte da braccialetti di giada. La ragazza sorrise mentre la porta si chiudeva con un fruscio alle spalle di Carell.

Lui ricambiò il sorriso. Non aveva ancora deciso come comportarsi. Se diceva di essere un poliziotto poteva darsi che non lo lasciassero entrare senza mandato. Però se riusciva a entrare, doveva poi dire chi era a Stephanie Welles se voleva avere da lei informazioni sulla donna uccisa. Stava ancora pensando a che cosa fare quando la ragazza alla scrivania disse: — Posso esservi utile, signore?

Decise di affidarsi all'improvvisazione.

— Dipende da quello che potete offrire — disse.

— Perché non vi accomodate? Vi spiegherò tutto — disse la ragazza.

— Buona idea — disse Carell.

Si sedette di fianco alla scrivania. La ragazza fece ruotare la sua sedia verso di lui. Il vestito era lungo, con un spacco che arrivava alla coscia, e dall'apertura si intravvedevano i pizzi della biancheria nera. Portava scarpe di seta nera legate alla caviglia e con tacchi altissimi. Il telefono sulla scrivania sembrava un centralino con un sacco di lampadine per il momento tutte spente. Nella parete di fianco alla porta era inserito un acquario con tanti pesci tropicali, illuminato da lampadine iridescenti.

Nella parete di destra rispetto a Carell c'era un'altra porta. A un tratto la porta si aprì e una ragazza vestita con una specie di costume da bagno a due pezzi venne alla scrivania, diede un'occhiata a Carell, disse: — Benny — e mise sul ripiano una striscia di carta rosa.



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